Di seguito riporto la mia intervista a Midgard.
Intervista a Christian Iori, autore del
romanzo “Una battaglia lunga tutta una vita”, edito nella Collana
Narrativa della Midgard Editrice.
Buongiorno, parlaci della tua opera, come nasce?
Buongiorno Fabrizio. Beh per spiegarti
come nasce la mia opera, dovrei parlarti di cosa è successo prima della
venuta al mondo di UNA BATTAGLIA LUNGA TUTTA UNA VITA. Tempi addietro
infatti, per un problema, un giorno mi sono recato in ospedale e da lì
non sono uscito. Ossia ovvio che sono uscito, ma non prima di un
ricovero. E’ iniziato per me un percorso da subito abbastanza incerto e
sofferto, che ha portato ad una diagnosi di Sclerosi Multipla. Già, il
percorso iniziò esattamente oggi, di un anno. Capisci bene che la
notizia non è stata proprio semplice da digerire, ma ho cercato di non
fermarmi e di non guardare a quello che avevo perso o potevo perdere, e
ho cercato di concentrarmi su quello che di buono rimaneva trovando il
mondo di salvaguardarlo, e questa continua lotta ho cercato di
trasformala in un messaggio per me, e per chi mi sta intorno, ma anche
per chi si trova in una situazione di difficoltà o simile alla mia o a
quella del protagonista del mio romanzo, e che avrebbe bisogno di parole
di incoraggiamento. Ecco la mia opera è quella pacca sulla spalla di
cui avrei avuto bisogno anche io. La scrittura è il mezzo che ho
trovato, per cercare di diffondere questo messaggio: Never Back Down!
Quindi la scrittura è diventata parte integrante del mio processo di
accettazione, e per questo la considero per me anche terapeutica. Ho
iniziato a scrivere anche con l’obbiettivo di avere un altro motivo per
ricordare quel 25 Giugno e dargli così un altro senso, e a quanto pare
ci sono riuscito perché in questi giorni abbiamo pubblicato il mio
libro.
Quali sono le tematiche più importanti del tuo romanzo?
Ti dirò, le tematiche che affronto nel
libro sono tante e per me tutte importantissime. Il mio lavoro accende i
riflettori sulla liberazione dell’uomo dalla tortura dell’indefinito e
dell’incerto, dal giudizio della collettività, dal macigno dei rapporti
interpersonali e dalla difficoltà di affrontare una diagnosi di Sclerosi
Multipla. Ma ho cercato anche di mettere l’accento sull’importanza
dell’operato del team ospedaliero nella diagnosi precoce, fondamentale
per permettere a chi ne è affetto, di arrivare prontamente ad una
terapia e gestire al meglio la situazione in modo tale da poter condurre
una vita il più normale possibile. In realtà ho voluto anche porre
l’attenzione su come potrebbe o non potrebbe essere trattato un
paziente, o come potrebbe o non potrebbe sentirsi il paziente stesso,
senza per questo voler creare allarmismi, ma sottolineando anche
l’importanza di un certo tipo di comunicazione tra paziente e medico che
forse in alcuni casi potrebbe far a meno del Burn Out, per quanto
capisco sia necessario per chi pratica la professione medica.
Ovviamente, quelli che affronta il protagonista del mio romanzo, sono
argomenti che ho affrontato io prima di lui, e ho cercato di ricreare
situazioni non dissimili dalla realtà di ognuno, affinché tutti possano
calarsi nella parte e immedesimarsi. Perché ti dico la verità, una
diagnosi di Sclerosi Multipla ti apre gli occhi e accende lo stesso
occhio di bue che ho cercato di accendere io all’interno della mia
opera, portandoti a riflettere anche sul senso della vita, o più
semplicemente sul perché certe persone non riescano a capire talune
difficoltà o esigenze, cercando di dare rilievo ed analizzare gli
atteggiamenti distaccati di taluni nei confronti di una diagnosi di quel
tipo, rispetto a molti altri che invece riescono e vogliono donare
tutto l’amore di cui si ha bisogno.
Qual è il rapporto fra la scrittura e il resto della tua vita?
Il mio rapporto tra scrittura e il resto
della mia vita, in realtà è molto semplice: scrivo quando posso, e
soprattutto quando sento di poter o dover scrivere. Vedi, la diagnosi
non esula Christian dal suo lavoro o dagli impegni anche riferiti alla
patologia che mi affligge, che scandiscono spesso i tempi della mia
vita. Ma così come cerco di vivere con leggerezza questa situazione,
vivo con altrettanta leggerezza quest’altra vena artistica che ho
rispolverato e che ho cercato di portare alla luce.
Che scrittori ti piacciono e ti ispirano?
Beh, ora l’alto profilo che ho cercato
di mantenere per tutto il corso dell’intervista Fabrizio, si scioglierà
come neve al sole. Ti dico un segreto, non sono un gran lettore e per
questo non ho autori preferiti. La mia musa ispiratrice è la vita
Fabrizio, e credo che il miglior modo per esprimerla sia la semplicità
di concetti e parole che non hanno bisogno di molte costruzioni. Per
farti capire io cerco di guardare alla vita con gli occhi di un bambino,
e con gli stessi occhi cerco di rappresentarla. Appunto, con
semplicità! Ovviamente ti sembrerò blasfemo, ma io sono anche pittore, e
quando ho iniziato a scrivere, non sapendo da dove iniziare, ho pensato
di costruire il mio lavoro proprio come dipingo le mie opere,
semplicemente iniziando e costruendo le scene con colori naturali,
primari ma accesi, quindi in un certo senso ho pennellato le pagine del
mio romanzo allo stesso modo in cui utilizzo il pennello.
Tratto da:
https://hyperboreablog.blogspot.com/2020/06/intervista-christian-iori.html?fbclid=IwAR2QMvrbEJvLyclvdFwVwjxsud3JjHoq_D-kFAgfse22tydxFO1iKNzxcoE
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