Estratto:
“Francamente non mi spaventa, o meglio, mi spaventa moltissimo perché è una delle malattie più gravi del sistema nervoso centrale, anche se i medici mi hanno più volte invitato a stare tranquillo. Affronto comunque questa paura a testa alta, perché essere uomini non vuol dire solo “fare la pipi in piedi”, e perché l’ho conosciuta in un letto di ospedale con accanto un amico, che combatteva un mostro più grosso del mio, e mi ha insegnato cosa vuol dire “non avere paura”. Qualcuno o qualcosa mi ha regalato questa compagna di vita, che nessuno vede, ma che che io so che c'è.
A te che mi stai leggendo, voglio dire che se scrivo è perché non voglio dimenticare, e voglio anche che si sappia quello che ho fatto e quello che ho detto, e soprattutto quello che ho dentro. Può non piacere, ma è stato il modo che ho trovato per andare avanti, cercando di non guardare quello che perdevo, ma salvare quello che rimaneva. Quindi ora immagina di essere nel periodo migliore della tua vita, trentenne, nel pieno del lavoro, e della tua virilità, a due mesi e mezzo dal tuo matrimonio. Ma una mattina, senza preavviso, ti svegli e niente è più come prima. Capisci? Cazzo, è vero che volevo cambiare vita, ma così è troppo. Comunque per quanto io possa combatterla devo comunque ringraziarla, prima di tutto perché mi ha mostrato il vero volto delle persone, e il vero amore di chi mi sta accanto nonostante tutto, ma anche perché mi ha dato la forza per riprendere in mano la mia vita e le mie passioni, che tra impegni, lavoro e stress e per qualche altro motivo, avevo dimenticato, e mi ha dato per questo la possibilità di vivere la mia nuova vita. Sì, perché prima degli impegni, prima del lavoro, prima di diventare grande avevo una vita, ero un pittore e un poeta, no certo non affermato, ma avevo passioni che avevo dimenticato. Prima della malattia, mi ero messo da parte, per questo devo ringraziarla, perché io sono tornato al centro della mia esistenza, e grazie a lei ho riscoperto i miei interessi, il piacere di mangiare sano, e di mantenere una vita attiva e dedicata interamente allo sport. Non so se riuscirò a fare quello che facevo prima e soprattutto, come lo facevo, e per quanto tempo ci riuscirò ma, sicuramente, ogni volta, ad ogni attacco, risponderò al fuoco e mi reinventerò, perché del resto la mia natura guerriera che mi contraddistingue, non la rinnego. Ora ho una missione: Io sono sempre Io, non sono la mia malattia, e il rischio che io diventi Lei, è proprio quello che ho intenzione di combattere".
Tratto da "Una battaglia lunga tutta una vita" di Christian Efrem Iori
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