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Ho una domanda per te!

Quante volte ti è capitato di poter conoscere la vera intenzione dell'Artista, ammirando o leggendo la sua Opera? Esattamente, per questo navigando nel mio blog potresti trovare non solo le immagini, ma anche i pensieri che hanno ispirato l'Opera stessa, o più semplicemente il mio punto di vista e ciò che mi ha spinto alla sua realizzazione. Come dici? Inusuale? Forse, ma tranquillo, non intendo far apprezzare le opere con razionalità, altrimenti l'Arte non avrebbe modo di esistere, ma vorrei piuttosto, stimolare la tua fantasia, e creare dialogo. Del resto quando andavo al Liceo mi chiedevo spesso, studiando le Opere dei grandi Artisti, questi cosa avrebbero pensato dell'interpretazione data.
Buon proseguimento, e grazie per avermi fatto visita!

MIDGARD EDITRICE: Intervista a Christian Iori


Di seguito riporto la mia intervista a Midgard.

Intervista a Christian Iori, autore del romanzo “Una battaglia lunga tutta una vita”, edito nella Collana Narrativa della Midgard Editrice.






Buongiorno, parlaci della tua opera, come nasce? 

Buongiorno Fabrizio. Beh per spiegarti come nasce la mia opera, dovrei parlarti di cosa è successo prima della venuta al mondo di UNA BATTAGLIA LUNGA TUTTA UNA VITA. Tempi addietro infatti, per un problema, un giorno mi sono recato in ospedale e da lì non sono uscito. Ossia ovvio che sono uscito, ma non prima di un ricovero. E’ iniziato per me un percorso da subito abbastanza incerto e sofferto, che ha portato ad una diagnosi di Sclerosi Multipla. Già, il percorso iniziò esattamente oggi, di un anno. Capisci bene che la notizia non è stata proprio semplice da digerire, ma ho cercato di non fermarmi e di non guardare a quello che avevo perso o potevo perdere, e ho cercato di concentrarmi su quello che di buono rimaneva trovando il mondo di salvaguardarlo, e questa continua lotta ho cercato di trasformala in un messaggio per me, e per chi mi sta intorno, ma anche per chi si trova in una situazione di difficoltà o simile alla mia o a quella del protagonista del mio romanzo, e che avrebbe bisogno di parole di incoraggiamento. Ecco la mia opera è quella pacca sulla spalla di cui avrei avuto bisogno anche io. La scrittura è il mezzo che ho trovato, per cercare di diffondere questo messaggio: Never Back Down! Quindi la scrittura è diventata parte integrante del mio processo di accettazione, e per questo la considero per me anche terapeutica. Ho iniziato a scrivere anche con l’obbiettivo di avere un altro motivo per ricordare quel 25 Giugno e dargli così un altro senso, e a quanto pare ci sono riuscito perché in questi giorni abbiamo pubblicato il mio libro.


Quali sono le tematiche più importanti del tuo romanzo?

Ti dirò, le tematiche che affronto nel libro sono tante e per me tutte importantissime. Il mio lavoro accende i riflettori sulla liberazione dell’uomo dalla tortura dell’indefinito e dell’incerto, dal giudizio della collettività, dal macigno dei rapporti interpersonali e dalla difficoltà di affrontare una diagnosi di Sclerosi Multipla. Ma ho cercato anche di mettere l’accento sull’importanza dell’operato del team ospedaliero nella diagnosi precoce, fondamentale per permettere a chi ne è affetto, di arrivare prontamente ad una terapia e gestire al meglio la situazione in modo tale da poter condurre una vita il più normale possibile. In realtà ho voluto anche porre l’attenzione su come potrebbe o non potrebbe essere trattato un paziente, o come potrebbe o non potrebbe sentirsi il paziente stesso, senza per questo voler creare allarmismi, ma sottolineando anche l’importanza di un certo tipo di comunicazione tra paziente e medico che forse in alcuni casi potrebbe far a meno del Burn Out, per quanto capisco sia necessario per chi pratica la professione medica. Ovviamente,  quelli che affronta il protagonista del mio romanzo, sono argomenti che ho affrontato io prima di lui, e ho cercato di ricreare situazioni non dissimili dalla realtà di ognuno, affinché tutti possano calarsi nella parte e immedesimarsi. Perché ti dico la verità, una diagnosi di Sclerosi Multipla ti apre gli occhi e accende lo stesso occhio di bue che ho cercato di accendere io all’interno della mia opera, portandoti a riflettere anche sul senso della vita, o più semplicemente sul perché certe persone non riescano a capire talune difficoltà o esigenze, cercando di dare rilievo ed analizzare gli atteggiamenti distaccati di taluni nei confronti di una diagnosi di quel tipo, rispetto a molti altri che invece riescono e vogliono donare tutto l’amore di cui si ha bisogno.


Qual è il rapporto fra la scrittura e il resto della tua vita?

Il mio rapporto tra scrittura e il resto della mia vita, in realtà è molto semplice: scrivo quando posso, e soprattutto quando sento di poter o dover scrivere. Vedi, la diagnosi non esula Christian dal suo lavoro o dagli impegni anche riferiti alla patologia che mi affligge, che scandiscono spesso i tempi della mia vita. Ma così come cerco di vivere con leggerezza questa situazione, vivo con altrettanta leggerezza quest’altra vena artistica che ho rispolverato e che ho cercato di portare alla luce.


Che scrittori ti piacciono e ti ispirano?

Beh, ora l’alto profilo che ho cercato di mantenere per tutto il corso dell’intervista Fabrizio, si scioglierà come neve al sole. Ti dico un segreto, non sono un gran lettore e per questo non ho autori preferiti. La mia musa ispiratrice è la vita Fabrizio, e credo che il miglior modo per esprimerla sia la semplicità di concetti e parole che non hanno bisogno di molte costruzioni. Per farti capire io cerco di guardare alla vita con gli occhi di un bambino, e con gli stessi occhi cerco di rappresentarla.  Appunto, con semplicità! Ovviamente ti sembrerò blasfemo, ma io sono anche pittore, e quando ho iniziato a scrivere, non sapendo da dove iniziare, ho pensato di costruire il mio lavoro proprio come dipingo le mie opere, semplicemente iniziando e costruendo le scene con colori naturali, primari ma accesi, quindi in un certo senso ho pennellato le pagine del mio romanzo allo stesso modo in cui utilizzo il pennello.


Tratto da:
https://hyperboreablog.blogspot.com/2020/06/intervista-christian-iori.html?fbclid=IwAR2QMvrbEJvLyclvdFwVwjxsud3JjHoq_D-kFAgfse22tydxFO1iKNzxcoE




TROFEO INTERNAZIONALE TAVOLOZZA D'ARGENTO






Grazie alla mia opera "SAPORI E COLORI UMBRI" mi è stato conferito IL TROFEO INTERNAZIONALE TAVOLOZZA D'ARGENTO, per "la creatività, il talento e la ricerca stilistica", a firma del Direttore Artistico Sandro Serradifalco, che ringrazio infinitamente.
Oltretutto la mia opera è stata pubblicata nella rivista d'arte Art Now.

UNA BATTAGLIA LUNGA TUTTA UNA VITA, IL LIBRO DI CHRISTIAN IORI (Intervista a Umbria Oggi)

Di seguito riporto la mia intervista a Umbria Oggi.


Grazie ad una segnalazione del Consigliere Comunale di Foligno, Caterina Lucangeli, sempre sensibile a temi sociali importanti, siamo venuti a conoscenza di questo bel libro che abbiamo deciso di recensire, con le parole dello stesso scrittore, Christian Iori di Bastia Umbra.

Chi mi conosce sa che io amo sempre presentarmi nel modo più semplice che conosco. Mi Chiamo Christian Efrem Iori, ho la Sclerosi Multipla e non mi fermo. Sono un ragazzo umbro di trentadue anni dedito alla creazione artistica e mi sono sempre cimentato nella pittura per pura passione e mai per lavoro, e questa volta ho cercato di alzare l’asticella cercando di creare qualcosa che spero sia socialmente utile, ma utilizzando carta e penna, o meglio, dovrei dire tastiera e desktop.

L’anno scorso ho scoperto di avere la Sclerosi Multipla: Un ragazzo normale che sognava e vive una vita normale, che aveva, o meglio ha progetti, e che ha continuato comunque a farne, di progetti intendo, e mentre la vita disegnava percorsi a me sconosciuti, ho deciso di reagire, anche utilizzando la scrittura come terapia, affiancandola appunto, come dicevo poc’anzi, alla pittura, diventata per me anch’essa fonte terapeutica. Uno dei progetti che ho sempre serbato nel cassetto è sempre stato il desiderio di scrivere un libro, e quale miglior argomento se non un tema che volente o nolente ho imparato a conoscere e vivere direttamente sulla mia pelle, anche nel mentre la patologia avanzava? E così ho canalizzato le mie energie nella realizzazione di questo desiderio che è nato giorno dopo giorno come un’esigenza, come un fiume in piena che non riesce più a stare nel suo letto, trasformando la negatività della situazione in qualcosa su cui poter lavorare, facendolo diventare, perché no, anche il mio punto di forza, e un orgoglio da mostrare.

Molti mi definiscono un combattente, un guerriero, ma se dovessi guardarmi allo specchio e definirmi con un aggettivo, direi che sono piuttosto, un Resiliente che appunto, resiste, reagisce e risponde all’azione con una reazione, mai vinto, mai domo. Sono partito quindi da me, dalla mia esperienza, e ho rielaborato questa brutta faccenda per adattarla alla vita di ognuno, cosicché tutti possano immedesimarsi nel protagonista e nella situazione in cui vive ed è immerso.

Il mio romanzo, tra gli altri obbiettivi, nasce anche dalla volontà di far capire alle persone cosa si prova. Si perché spesso, quando parlo con le persone e faccio riferimento alla mia patologia, ciò che noto è che le persone al solo sentire Sclerosi Multipla, abbassano gli occhi in segno di compassione senza riuscire, chiaramente, nell’intento della consolazione, seppur non sia questa, comunque la mia necessità né l’esigenza di quelli come me. Ovvio è, che non si cerca di essere compatiti, assolutamente, ma compresi, quello si. Forse questo, è dovuto anche dal fatto che per quanto se ne parli, di questa patologia, in fondo forse, non se ne parla mai abbastanza. Mai abbastanza conosciuta. Io stesso non ne conoscevo i limiti, che purtroppo non ha.

Il messaggio che ho maturato e che ho cercato di esprimere nel mio libro, è un messaggio che lancio “forte e chiaro”, e che cerca di snaturare il pregiudizio e l’ignoranza nei confronti di questa patologia e del disabile, ma anche della persona in genere, perché ognuno di noi combatte guerre di cui spesso non conosciamo la natura. Ho cercato di ricreare una condizione molto simile alla vita di ognuno di noi, e che possa ricalcare la vita di tutti appunto, cercando quindi di far immergere completamente il lettore nella situazione: dal protagonista, a colui che addita il protagonista o che più semplicemente si solleva dalle responsabilità che comportano certe situazioni, senza così riuscire a mostrare empatia e senza riuscire ad aprire la mente all’altro. E non nascondo che questa è una condizione che ho sofferto, e che continuo a provare. Quindi il mio libro è anche il modo che ho trovato per parlare di tutto ciò.
La copertina del libro
La copertina del libro

“Una battaglia lunga tutta una vita” nasce anche dall’esigenza però, di far capire ai giovani, ma non solo, che le difficoltà che ognuno di noi vive, prima di noi le ha già affrontate qualcun altro, e che la forza per reagire non la trovi nelle altre persone per quanto possa essere questo di aiuto, né negli oggetti piuttosto che nelle droghe, e che quelli che possono essere problemi come il pregiudizio della società piuttosto che problemi familiari, o la ricerca di un lavoro che non arriva, o le amicizie poco sincere, in realtà sono sciocchezze che rapportate a qualcosa di peggiore ti fanno capire per cosa vale la pena vivere, e per cosa vale veramente la pena di combattere. Mi rivolgo anche a coloro, che purtroppo come me si trovano a fronteggiare una malattia imprevista nonché imprevedibile, e magari proprio nel bel mezzo di un progetto. Del resto, di certo a trent’anni non te lo aspetti. Sicuramente le domande e i pensieri che il Chris del romanzo si è posto, sono gli stessi pensieri che altri nella stessa situazione o in condizioni simili, si sono già posti. Quindi Chris non fa altro che dare voce alle menti.

Ho cercato quindi di descrivere Chris da fuori pur comunque immedesimandomi in lui, come un osservatore esterno, descrivendo la storia di un ragazzo che si rimbocca le maniche e, in ogni situazione compresa quella, anche con ironia e sarcasmo e giocando a fare lo 007, dice “ok, niente panico”, cercando di utilizzare tutti i mezzi umanamente possibili e praticabili per riuscire ad affrontare questa storia nel modo più forte, e perché no, a volte anche arrogante possibile. Un atteggiamento che però serve a Chris per reagire.

Non solo, mi rivolgo anche a tutti coloro che ruotano attorno a noi malati di Sclerosi Multipla, che a volte sono medici o infermieri, genitori, parenti od amici.

Chris è un trentenne nel pieno della sua vita, un lavoratore instancabile, pragmatico, pieno di valori e principi, un po’ anche sognatore, perché anche Chris, come me del resto, torna a dipingere dopo la diagnosi di Sclerosi multipla e inizia a raccontarsi, ma non vi dico altro altrimenti vi svelo il mio libro. Comunque un mix di caratteristiche che lo portano a ribellarsi a tutto ciò che accade nella sua vita. Un ragazzo non troppo fortunato né nel suo percorso di vita, né con i rapporti interpersonali, ma che cerca comunque di trovare un equilibrio e soprattutto di costruirsela, questa vita, anche se ad un certo punto gli viene sconquassata dalla patologia. Una patologia che comunque viene prontamente diagnosticata dal personale medico, che seppur Chris combatte con tutto se stesso, fino a negarne l’operato, alla fine deve ringraziare. Questa un’altra delle questioni su cui ho cercato di accendere i riflettori, ma non certo per creare allarmismi, tutt’altro. Ho cercato di far trapelare l’importanza della diagnosi precoce, fondamentale e di primaria importanza per arrivare ad una terapia, e per permettere al paziente di convivere con la patologia nel modo più normale possibile, seppur comunque Sclerosi Multipla e normalità, non siano di certo sinonimi. Premetto, non dico che lo sia, ma ho cercato di dare importanza alle modalità con cui “può essere trattato” il paziente affetto da Sclerosi Multipla, cercando quindi di attenzionare la sensazione di disagio che questo “può provare” nei confronti di un’eccessiva freddezza e Burn out da parte del personale ospedaliero. Perché noi Sclerati abbiamo bisogno di fare sport, di vivere una vita tranquillità, ma anche di amore.

In questo percorso, il punto di riferimento di Chris comunque, è sempre se stesso, e lo diventerà anche la fragile e sensibile compagna di vita Moira che troverà la forza di stare vicino al suo uomo, e che dimostra di non essere poi così indifesa; e un amico che ad un certo punto del racconto entrerà nella sua vita, che ha conosciuto nel corso dell’esperienza, e che lo aiuta nel processo di somatizzazione della condizione e che Chris ed io, descriviamo come un guerriero.

Vi starete chiedendo perché non un romanzo autobiografico probabilmente, e prima che me lo chiediate, anche se già mi è stato chiesto ad onor del vero, introduco io l’argomento. In realtà lo è autobiografico, ovvero le emozioni le e le sensazioni, sono realmente accadute e per questo vissute con la stessa intensità e sentimento in cui io stesso vivo la mia vita e le mie vicende, avendo appunto io, prima di Chris, sperimentato sulla mia pelle la patologia. Potrei dire, senza rischiare di essere contraddetto, che Chris che deriva il nome dal mio, rappresenta appieno il mio spirito resiliente e combattivo, e che Moira, la sua fidanzata, ha lo stesso atteggiamento dolce, pacato, ma costante e combattente di mia moglie, da cui anche lei deriva il nome.

Il mio libro è un invito, o meglio un imperativo a non fermarsi mai, andando oltre le difficoltà che la vita ci pone, cercando di accettarle, dando sfogo anche al nostro spirito di adattamento e costruendoci nuovi criteri di giudizio nonché obbiettivi. Il messaggio deve essere chiaro: Qualunque cosa accada noi dobbiamo essere pronti a reagire, perché la nostra reazione in funzione del problema, è molto più importante e determinate del problema stesso. Non ha importanza quello che accade, ma come lo si gestisce, perché anche dai momenti difficili possono, e devono nascere, bellissime opportunità.


Tratto da:

UNA BATTAGLIA LUNGA TUTTA UNA VITA

Eccoci, finalmente ci siamo. È appena uscito nella collana narrativa della Midgard Editrice, il mio libro intitolato:

UNA BATTAGLIA LUNGA TUTTA UNA VITA

Chris, il protagonista del romanzo vive una vita normale, ma qualcosa sta per stravolgere totalmente questa normalità.
L'opera che libera l'uomo dal tormento dell'incertezza, dal giudizio della società, dallo scoglio dei rapporti interpersonali, e dalla difficoltà di affrontare una diagnosi di Sclerosi Multipla.

MEDITERRANEA

"Quando si scrive delle donne, bisogna intingere la penna nell'arcobaleno". Cit. Denis Diderot

Anno 2020
Misure: 60x80
Tecnica: Mista. Tempera su fondo Acrilico
con utilizzo di Foglia Oro
Supporto: Legno